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I LUOGHI DEL CENACOLO
TRA CINQUECENTO
E SEICENTO

Nel sottotetto di uno degli ambienti del museo scoperto un ciclo di affreschi

I lacerti di affresco rinvenuti nel corso del 2019
sulle quattro pareti del sottotetto di uno dei corpi di fabbrica del museo
sono stati recentemente oggetto di attività di studio preliminare e restauro.

La ricerca è ancora in corso, ma alcune informazioni sono state già raccolte.

La decorazione è costituita da elementi architettonici, cornici e volute, e da figure; alcuni personaggi sono rappresentati
a mezzo busto e sono inseriti in una cornice tonda dipinta; altre figure sono rappresentate intere all’interno di cornici rettangolari.
Si può ipotizzare che si trattasse di un fregio decorativo posto alla sommità delle pareti di un vasto ambiente.

 

Le figure rappresentano santi (si riconosce Santa Cecilia con l’organo)
e busti di altri personaggi con libri in mano.

Per quanto riguarda le ipotesi di destinazione di questo luogo, potrebbe trattarsi di quanto resta dell’oratorio del Tribunale dell’Inquisizione che aveva sede in questa parte del convento.

Per quanto riguarda le ipotesi di destinazione di questo luogo, potrebbe trattarsi di quanto resta dell’oratorio del Tribunale dell’Inquisizione che aveva sede in questa parte del convento.

Relativamente alla tecnica di esecuzione si riscontra la presenza di due strati di intonaco:
l’arriccio (lo strato più profondo) ha uno spessore medio di circa 6 mm
ed è costituito da un impasto di calce ricco di sabbia e altri aggregati; l’intonachino, lo strato sul quale è stata realizzata la pittura,
è molto liscio in superficie,  ha uno spessore medio di 5 mm, ed ha una minore presenza di aggregati nell’impasto
risultando così anche di colore più chiaro rispetto all’arriccio.

Nella tecnica dell’affresco, è il primo strato di intonaco col quale si copre la parete da dipingere: è formato da una mescolanza di due parti di sabbia e una di calce spenta, su cui, quando è asciutto, si traccia il disegno.

L’intonaco è steso in porzioni corrispondenti
alle fasi di lavoro, le “giornate”, caratteristiche
della tecnica dell’affresco perché permettevano
all’artista di lavorare sempre sull’intonaco umido.
Per riportare il disegno sono state usate
tre tecniche:incisioni su intonaco fresco,
disegno realizzato a pennello con pigmento
giallo-ocra e spolvero.

L’intonaco è steso in porzioni corrispondenti
alle fasi di lavoro, le “giornate”, caratteristiche
della tecnica dell’affresco perché permettevano
all’artista di lavorare sempre sull’intonaco umido.
Per riportare il disegno sono state usate
tre tecniche:incisioni su intonaco fresco,
disegno realizzato a pennello con pigmento
giallo-ocra e spolvero.

Incisioni a fresco visibili a luce radente
Ripresa dello spessore di un frammento staccato. Dal basso verso l’alto: arriccio, intonaco, pellicola pittorica
La caduta di pellicola pittorica ha fatto emergere i puntini neri della tecnica denominata “spolvero” usata per riportare il disegno sul muro

I pigmenti utilizzati per la pittura non sono ancora stati
caratterizzati chimicamente, ma emerge una tavolozza piuttosto
usuale per la pittura ad affresco e non di particolare prestigio
(non sono ad esempio presenti tracce di lamine d’oro).

 

 

La caduta di una porzione di intonaco dipinto ha fatto emergere sullo strato di arriccio sottostante una traccia del disegno realizzato prima della stesura dell’intonachino

La ricerca proseguirà e certamente fornirà nuovi dati per comprendere meglio questo luogo
rimasto sconosciuto e abbandonato per più di un secolo.