In un momento tanto particolare per la vita del museo e di tutta la comunità, si è pensato di offrire la visione in streaming di alcune delle pellicole proposte nel percorso l’Ultima cena per immagini, realizzato lo scorso anno, in occasione delle celebrazioni per i 500 anni dalla morte di Leonardo da Vinci, insieme con il Polo Museale Regionale e la Cineteca di Milano, grazie al sostegno di Intesa SanPaolo.
È un modo per allargare la conoscenza della storia dell’opera di Leonardo, misurare l’influenza che ha esercitato. Ma è anche l’occasione per far entrare nelle case di ciascuno un’opera delicatissima e, naturalmente, non trasportabile.
Una scelta nata da una semplice evidenza matematica: la Cena di Leonardo è probabilmente il dipinto più citato nella storia del cinema.
Sul sito del Museo del Cenacolo Vinciano per 4 settimane a cominciare dal 10 aprile 2020 verrà messo a disposizione un link per l’accesso alla visione di un film attraverso il sito della Cineteca di Milano. Con un breve video il Direttore Generale della Cineteca di Milano dott. Matteo Pavesi, introdurrà il film in programmazione.
10-16 aprile
L’Ultima Cena di Luigi M. Giachino (1949)
17-23 aprile
Il Cenacolo di Luigi Rognoni (1953)
24-30 aprile
Christus di Giulio Antamoro (1916)
1-7 maggio
Montaggio di citazioni dell’Ultima Cena (20 minuti circa)
Tanto potente l’invenzione che lo regge, tanto riconoscibile il suo schema per la fama che lo circonda fin da subito dopo la sua esecuzione, tanto cinematografica la sequenza di gesti dei protagonisti da diventare la pietra di paragone per eccellenza, l’archetipo su cui modellare qualsiasi cena, da quella dei mendicanti di Viridiana a quella dei commilitoni da Mash. Non si tratta soltanto di un’eco figurativa: in queste citazioni finisce per risuonare il senso profondo dell’immagine di Leonardo, il suo evocare sgomento e solitudine, paura della morte e dolore per il tradimento, protervia e consapevole remissività.
L’idea era semplice, dunque, ma ha avuto successo.
10 – 16 aprile
L’Ultima Cena di Luigi M. Giachino, 1948
Per incarico dei frati di Santa Maria delle Grazie, Leonardo da Vinci deve decorare una parete del refettorio, dipingendo un’ultima cena. Mentre si tormenta nell’affannosa ricerca dei tipi adatti a raffigurare Gesù e Giuda, incontra un giorno il giovane Franco Del Mortaro, il cui nobile volto corrisponde alla immagine, che egli si fa del Salvatore. Mentre posa per lui, Franco gli rivela la sua pena: egli ama una fanciulla di umili natali, Isabella, ma quest’amore è avversato dai di lui parenti. Una sua zia convince Isabella a rinunciare a Franco: la fanciulla fugge in Svizzera ed entra in convento. Franco, disperato, fugge di casa coll’intento di recarsi in Spagna, ma a Genova è derubato del bagaglio e coinvolto in un delitto, viene ingiustamente accusato d’assassinio e condannato a lunga detenzione. Quando esce di prigione, dopo qualche tempo, ha perso la fede ed è abbrutito: associatosi ad un malvivente, si dà al brigantaggio e al furto. Leonardo lo vede una notte in una taverna e ritrae le sue sembianze alterate, che gli serviranno per il volto di Giuda. Saputolo, Franco corre il giorno dopo da Leonardo, per esigere da lui un alto prezzo. Nella discussione che segue, Franco si rivela involontariamente. Alle parole elevate di Leonardo, Franco si commuove e come risvegliandosi da un lungo sonno, grida la sua rinata fede.
17-23 aprile
Il Cenacolo di Luigi Rognoni, 1953
Documentario, l’unico realizzato dal primo Conservatore della Cineteca Italiana Luigi Rognoni, che riprende il lavoro di restauro di Mauro Pellicioli sul Cenacolo leonardesco dopo le devastanti bombe della seconda guerra mondiale. Un filmato che testimonia, oltre che la professionalità di Mauro Pellicioli, lo spirito di rinascita nella Milano degli anni Cinquanta.
24-30 aprile
Christus di Giulio Antamoro (1916)
Primo kolossal italiano sulla vita di Gesù, Christus coniuga la fastosa messa in scena di un’imponente produzione spettacolare, con un’eleganza iconografica che rivela immediatamente importanti ambizioni culturali. Il regista Giulio Antamoro, che lavorò al film per ben quattro anni (1912-1916), girando in parte sui luoghi della Passione, lavorò su un soggetto di Fausto Salvatori, arricchendolo di numerose citazioni figurative. Dall’Annunciazione di Beato Angelico alla Pietà di Michelangelo, Christus dispiega dunque un’ampia galleria di riferimenti artistici, il cui culmine è sicuramente rappresentato dal tableau vivant del Cenacolo vinciano, incastonato nel cuore della narrazione. Interpretato da veri divi del momento, come Alberto Pasquali (Gesù), Amleto Novelli (Ponzio Pilato) e Leda Gys (Maria), Christus ottenne subito un grande successo internazionale. Nel 1917, in piena guerra, il Vaticano, attraverso la Svizzera, riuscì a far giungere il film perfino in Germania.
1-7 maggio
Montaggio di citazioni dell’Ultima Cena
Uno straordinario viaggio alla scoperta delle più importanti citazioni cinematografiche tratte dal celeberrimo Cenacolo vinciano, per capire come la Settima Arte abbia più volte preso ad esempio il capolavoro leonardesco quale punto di riferimento figurativo per alcune delle sue opere più incisive.
Partendo dagli albori del muto con La vita e passione di Gesù Cristo e senza dimenticare l’imprescindibile Christus di Giulio Antamoro, questo lavoro di montaggio affronta i diversi registri con cui l’Ultima Cena è stata rappresentata sul grande schermo, dalla classicità iconografia (Il Vangelo secondo Matteo) passando per la farsa (La pazza storia del mondo, M*A*S*H*) e giungendo alle riletture barocche e postmoderne di Peter Greenaway (I Misteri del giardino di Compton House, Il cuoco il ladro sua moglie e l’amante), senza dimenticare ovviamente le gustose parodie televisive targate South Park e The Simpsons.
Il montaggio è a cura della Cineteca di Milano.