Dal 2017 il CCR si prende cura di questo Archivio, un patrimonio composto da oltre 50.000 fotografie e documenti di grande interesse storico, artistico e culturale che rappresentano un pezzo fondamentale di storia del restauro in Italia. Le immagini raffigurano opere e monumenti celebri in tutto il mondo: dal Cenacolo di Leonardo alla Pala di Montefeltro di Piero della Francesca, passando dalla Cappella degli Scrovegni di Giotto fino ai dipinti di Lucio Fontana.
Negli ultimi 2 anni i materiali sono stati riordinati e catalogati con lo scopo di rendere fruibili queste preziose testimonianze, di ampliare e diffondere la conoscenza della storia del restauro in Italia e di rafforzare l’offerta culturale del territorio. I manufatti cartacei e fotografici sono soggetti a un naturale degrado nel corso del tempo: per preservare e tramandare questa eredità culturale unica e per renderla facilmente accessibile a studiosi e appassionati, è necessario avviare al più presto una campagna di digitalizzazione.
Valutando lo stato di conservazione dei diversi materiali e la rilevanza particolare di alcuni di essi, sono stati selezionati un primo nucleo di 3.000 esemplari: fotografie, grafici, disegni, articoli e diapositive che documentano le diverse fasi di restauro del Cenacolo di Leonardo e di altri memorabili interventi affrontati da Pinin Brambilla Barcilon in oltre mezzo secolo di impegno professionale.
Il Centro ha quindi partecipato al Bando +Risorse della Fondazione Sviluppo e Crescita CRT e il progetto sull’Archivio è tra quelli selezionati per avviare una campagna di raccolta fondi.
La raccolta termina il 27 febbraio 2020 e si svolge sulla piattaforma di Crowdfunding digitale Eppela.
Grazie alle donazioni potrà quindi partire la digitalizzazione del primo nucleo di immagini e mettere in salvo un frammento di storia dell’arte, di cui tutti potranno fruire.
Per donazioni oltre i 250 €, sarà possibile partecipare a una visita esclusiva al Cenacolo di Leonardo accompagnati dalla Direttrice del Museo, Dott.ssa Michela Palazzo, e dalla stessa restauratrice Pinin Brambilla Barcilon.